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Eurocarni nr. 7, 2014 - Foyle Food Group, ampia offerta di tagli, anche nella frollatura
- 01/04/2014
Puntiamo verso nord, direzione contea di Londonderry. Ad una settantina di miglia da Belfast, dopo circa due ore di macchina, arriviamo a Campsie, località in cui è situato il primo dei nove stabilimenti costruiti nel corso di trent’anni di attività da Foyle Food Group. Ci accolgono Nyree McMonagle, direttrice dell’impianto, Marie Dibartolo, Group Business Development Manager, Stuart McAdam, responsabile commerciale del Gruppo, Eamonn Morgan, dell’ufficio commerciale di Campsie e Matteo Marchetti, responsabile Export Italia. Controllato dalla famiglia Acheson, il Gruppo oggi opera attraverso nove impianti produttivi ubicati tra Regno Unito (6 in Irlanda del Nord, 2 in Inghilterra) e Irlanda (1) e con all’attivo mille dipendenti. La direzione gestisce quattro divisioni: i processi di macellazione e lavorazione carni, la trasformazione della carne in prodotti elaboratori, il comparto allevatori e, infine, l’area della sostenibilità ambientale con la gestione dei rifiuti della macellazione e la produzione di energia. La capacità produttiva settimanale di macellazione bovini di Foyle Food Groupe è pari a 6.000 capi e il fatturato annuale si attesa intorno a 380 milioni di euro. Sempre a livello di Gruppo la capacità produttiva è pari a 300.000 capi bovini, su base annua.
Investimenti costanti
Foyle Food Group sta investendo parecchio nell’efficienza dei propri impianti produttivi. Proprio qui a Campsie la sala di disosso è stata ammodernata con una spesa di 300.000 euro. Stessa cosa a Foyle Donegal, che ha richiesto un investimento maggiore pari a 1,5 milioni di euro, e a Gloucester, con la nuova sala di disosso e una stalla più efficiente, realizzata per aumentare il benessere degli animali ante mortem.
Il legame con gli allevatori
L’approvvigionamento di animali avviene attraverso quattro circuiti che legano Foyle Food Group ad una rete di 3.000 allevatori esclusivi, tutti aderenti al Farm Quality Assurance, un protocollo di certificazione che attesta la qualità del bestiame nel corso dello svezzamento e della crescita. Esistono, inoltre, progetti speciali per le due razze Angus e Hereford, top di gamma per l’ottima resa delle loro carni (commercializzati con i marchi Blackmoran Angus, Glenslieve Hereford e Dry Aged Foyle Gourmet). All’interno della supply chain agricola il concetto base su cui fondano i rapporti è rappresentato dallo scambio di relazioni e contatti tra il mondo allevatoriale e gli stabilimenti del Gruppo, con incontri, eventi dedicati, informazioni via web.
Blackmoran Angus
Il prodotto premium è sicuramente la carne Blackmoran Angus, proveniente da razze Aberdeen Angus. Qui la capacità produttiva è di 400 capi/settimana, con la possibilità di arrivare fino a 600 capi/settimana. Per rientrare in questo protocollo il bestiame deve essere nato e allevato in Irlanda del Nord e deve aver trascorso un minimo di 30 giorni nell’ultimo allevamento.
Aberdeen Angus e Dry Aged
Un altro top di gamma è l’Aberdeen Angus sottoposto a frollatura (dry aged). Partendo dalla selezione degli animali con conformità specifiche, si procede con lo stoccaggio delle carcasse in celle ventilate a temperatura costante di 0-2°C per 8 giorni. Al termine di questa fase il prodotto è spostato in un’altra cella caratterizzata da una temperatura sempre ventilata di 0,5-1,5°C e con 65-75% di umidità. Qui resta a frollare per altri 14 giorni in un ambiente che non viene mai aperto, per evitare di alterarne i parametri ambientali. Temperatura e umidità restano costanti e stabili, monitorati elettronicamente da sensori. Inizia così la decomposizione delle fibre muscolari grazie al lavoro di enzimi e batteri. Il risultato è una carcassa rivestita da una crosta esterna di colore scuro e, all’interno, da una carne che in cottura ha un sapore più ricco e una maggiore tenerezza.